Come faccio a sapere se l’acqua del mio rubinetto è buona?

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È una domanda legittima, che sorge spontanea ogni volta che utilizziamo l’acqua del rubinetto per bere o cucinare. Come possiamo sapere se è effettivamente potabile? Quali parametri dobbiamo conoscere e considerare?
È giunto il momento di fare chiarezza.

Ecco chi controlla l’acqua del rubinetto

La legge italiana individua due enti incaricati di eseguire le analisi sull’acqua distribuita dalla rete idrica, ma i soggetti preposti ai controlli sono tre nel caso in cui l’acqua venga impiegata per la produzione di generi alimentari.

Il primo ente responsabile è il gestore della rete idrica locale, il quale, una volta stabiliti i punti di analisi di una determinata area geografica (potete richiederne l’ubicazione contattando l’azienda), deve assicurarsi che siano costantemente rispettati i parametri imposti. Il gestore ha l’obbligo di bloccare la fornitura in seguito a una riscontrata non potabilità e di informare l’amministrazione e i cittadini nel caso in cui l’acqua non possa essere fruita in sicurezza a causa di fatti straordinari e contingenti. Le analisi eseguite dal gestore locale vengono dette analisi interne.

Il secondo ente è l’Asl, cui spettano invece le contro analisi o analisi esterne. Queste vengono effettuate negli stessi punti stabiliti dall’azienda idrica locale, in modo da confermare gli esiti delle prime analisi ed evitare, in caso contrario, che il gestore falsifichi i risultati.

Come anticipato, il terzo livello di controllo riguarda esclusivamente il caso in cui l’acqua sia utilizzata da aziende alimentari: i rilievi vengono eseguiti dalle aziende stesse, con l’obbligo di contattare prontamente gli altri due enti nell’eventualità che alcuni valori non corrispondano alle normative. Anche in questo caso la Asl provvede ad effettuare le contro analisi necessarie.

Analisi dell’acqua: i parametri

La normativa europea, attentamente applicata in Italia, prevede milioni di analisi l’anno, riguardanti 50 parametri chimici e microbiologici.
In un primo momento viene indagata la presenza di minerali potenzialmente tossici (ferro, piombo, nichel, alluminio mercurio e cadmio), molecole velenose (arsenico, nitrati o pesticidi) e sostanze immesse a scopo disinfettante (cloro).
Una seconda analisi ha, invece, lo scopo di individuare ed eliminare batteri o microrganismi pericolosi.

Come è facile comprendere da quanto fin qui detto, la compromissione delle acque potabili è, nel nostro paese, situazione rarissima ed episodica. La qualità delle acque di rubinetto italiane è fra le più alte in Europa: la conformità ai parametri di legge si registra, infatti, nel 99% delle misurazioni.
Nonostante questo gli italiani sono i secondi maggiori consumatori al mondo di acqua in bottiglia.

L’acqua del rubinetto è sicura?

Nonostante i dati positivi appena riportati, la sicurezza non è mai troppa quando si parla di salute personale. Nell’acqua che esce dai nostri rubinetti possono permanere, infatti, tracce del cloro utilizzato per la depurazione e di minerali che ne compromettono il sapore, in particolare calcio e magnesio.
Per questo motivo i filtri ai carboni attivi presenti all’interno dei dispenser Acqualys, oltre a rimuovere eventuali residui di sostanze nocive presenti nell’acqua del rubinetto, eliminano completamente il suo cattivo sapore, rendendola buona, e, soprattutto, sicura.

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