Strategie verdi per risolvere il problema dell’emergenza acqua

Come risolvere il problema dell'emergenza idrica nel mondo

Le piogge di quest’anno, seppur abbondanti, non bastano: il rischio di rimanere a secco permane e gli esperti cominciano ad allertarci in previsione dell’estate.
Non solo le zone più calde della terra ma anche l’Italia, negli ultimi anni, ha registrato un calo di disponibilità di acqua nei bacini idrici. I grandi laghi sono spesso sotto la media stagionale e gli invasi contengono acqua in quantità sempre minore. Un esempio? Quelli siciliani, che oggi dispongono solo di 89 metri cubi contro gli oltre 400 di un anno fa (La Repubblica, marzo 2018).

L’emergenza acqua in numeri

Il direttore del Nature of Developement Programme delle Nazioni Unite, Jamison Ervin, proprio di recente ha evidenziato alcuni dati davvero preoccupanti. Oggi, 3,6 miliardi di persone nel mondo, vivono in un’area che almeno per un mese all’anno rischia di rimanere senz’acqua e questo numero è destinato a salire fino a 5,7 miliardi entro il 2050.

Il 2050 è il riferimento temporale anche per Bob McDonald, uno degli autori dello studio Nature Sustainability. Entro tale anno, infatti, il 27% delle 482 città più grandi della Terra avrà una domanda d’acqua molto più alta dell’effettiva disponibilità.

Perché questo? Indubbiamente per la tendenza a cui stiamo andando incontro che prevede un probabile aumento della scarsità di piogge e un alto tasso di evaporazione d’acqua. Quest’ultimo fenomeno è legato all’incremento termico del Pianeta ed è strettamente dipendente dall’aumento della concentrazione atmosferica dei gas serra, in particolare dell’anidride carbonica.

Soluzioni alternative al problema acqua

Considerando che la necessità di questa risorsa da parte delle città crescerà dell’80% nei prossimi decenni, prima che la situazione diventi catastrofica, è bene studiare soluzioni efficaci per evitare che la fornitura d’acqua diventi irregolare.

Le infrastrutture verdi I giardini pensili in città sono una valida soluzione green contro l'emergenza idrica

Ingiustamente sottovalutate, le soluzioni “naturali” dovrebbero invece essere incentivate per il bene del Pianeta. Parliamo della riforestazione delle campagne o dell’uso delle aiuole e dei giardini pensili in città: le cosiddette “infrastrutture verdi” a cui oggi viene devoluto solo il 5% degli investimenti mondiali, contro il 95% dei fondi che invece vengono destinati alle “infrastrutture grigie” (dighe o stabilimenti di depurazione).

Decidere di spostare almeno una parte del denaro alle “infrastrutture verdi” non è solo una questione di risparmio e di benessere per l’ambiente, bensì una necessità utile anche al lato pratico. Conservare l’acqua nelle falde del sottosuolo significa, infatti, averla sempre a disposizione anche quando le temperature si alzeranno, cosa che invece potrebbe non accadere nel caso di una diga.

Non si dimentichino, inoltre, le ricadute positive sull’ecosistema, la possibilità di garantire acqua più pura, catturare CO2 e valorizzare il paesaggio. Far crescere alcuni metri di vegetazione spontanea tra i corsi d’acqua e le aree coltivate, ad esempio, vuol dire creare una zona protettiva capace di assorbire i pesticidi prima che finiscano nell’acqua.

Gli invasi sotterranei

Tra le possibili strategie verdi, utili a limitare gli sprechi e l’evaporazione di acqua, ci sono anche gli invasi sotterranei, realizzabili nella nostra nazione grazie al Decreto Ministeriale 100/2016 per il ravvenamento dei corpi idrici.

Gli invasi sotterranei consentono di ricaricare le falde con acque in buono stato chimico, oltre a garantire notevoli vantaggi ambientali ed economici, quali:

  • riduzione dei costi di realizzazione grazie alla permeazione;
  • maggiore tutela dell’acqua e bassissimo consumo di suolo;
  • annullamento del fenomeno di evaporazione;
  • riduzione del rischio idraulico;
  • diminuzione del pericolo di erosione costiera;
  • generale miglioramento della depurazione delle acque;
  • zero rischi di interrimento e subsidenza.

L’acqua, come abbiamo visto, è sempre più difficile da reperire e per questo va tutelata. Gli investimenti a livello nazionale sono indispensabili ma, sono altrettanto fondamentali anche i piccoli gesti quotidiani che tutti noi dobbiamo imparare a compiere per salvaguardare il nostro oro blu.

Come progettare degli invasi sotterranei

Tra i principali requisiti che deve soddisfare la costruzione di un invaso vi sono certamente il pieno rispetto degli standard di sicurezza e la tutela della fauna e dell’ambiente circostanti. Altro aspetto importante e non trascurabile è lo scopo per cui viene realizzato: turistico, agricolo, antincendio, civile o industriale.

Una volta stabilita la finalità di utilizzo è necessario prima di tutto verificare la stabilità idrogeologica del terreno. Per farlo occorre eseguire delle procedure non solo burocratiche, ma anche edilizie, così da evitare il rischio di smottamenti, crolli o frane, e  controllare i drenaggi dell’aria e dell’acqua.

Altro aspetto importante è la verifica della pulizia dell’acqua in entrata nell’invaso. Il rischio che si riempia di fango in breve tempo deve essere scongiurato attraverso la costruzione di aree di decantazione dell’acqua; il loro scopo sarà quello di filtrare l’acqua stessa e liberarla da sassi e altri rifiuti che possano comprometterne la qualità.

Infine devono prevedersi tutti i principali sistemi di sicurezza per salvaguardare la vita delle persone che lavorano nell’invaso durante la fase di realizzazione prima e in quella di manutenzione poi.

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